lunedì 9 maggio 2011

VOLONTARIATO (il volontario: facciamo la … differenza)

E’ questa la sfida lanciata dall’Unione Europea in occasione dell’Anno del Volontariato: aumentare la visibilità (non è mai sufficiente), quindi la conoscenza ( non basta mai) delle attività promosse e realizzate dalle Associazioni, sostenendo nuove forme di cittadinanza attiva per la promozione sia del benessere individuale che del bene comune. In Italia, il volontariato oncologico rappresenta e sostiene oltre duemilioniduecentomila persone che hanno un passato recente o lontano di diagnosi di tumore. L’associazionismo, attraverso le pratiche quotidiane di assistenza, la promozione di una “ricerca che non c’era”, volta a migliorare la qualità della vita di chi affronta il cancro, e le alleanze con istituzioni, SSN e Società scientifiche, ha aperto importanti prospettive.
Si è reso protagonista, anche a livello europeo, per aver trovato, in pochi anni, risposte ai nuovi bisogni dei malati attraverso il riconoscimento di nuovi diritti. Favorendo il passaggio dalla denuncia delle disparità di cura ed assistenza ad un’azione costruttiva e sinergica, la Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) ha ottenuto l’impegno istituzionale verso iniziative che garantiscono la parità di trattamento in tutto il territorio nazionale ed il miglioramento della condizione di vita delle persone con esperienza di tumore. Prova ne è la recente approvazione del Piano Oncologico Nazionale da parte della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni; una svolta storica nell’oncologia italiana dopo quindici anni di battaglie culturali e sociali condotte dal volontariato. La stessa conferenza sostiene che il Documento rappresenta “una priorità che il complesso delle istituzioni sanitarie e sociali del Paese è chiamato ad affrontare, anche per migliorare la risposta del SSN”. Nella sua stesura è stato riconosciuto il ruolo centrale del volontariato di farsi interprete e portavoce delle necessità di familiari ed è stato recepito totalmente quanto richiesto dalla FAVO stessa. Va dato atto al Ministro Fazio di aver ascoltato con attenzione e sensibilità la voce dei malati. Il documento appena varato intende assicurare elevati livelli di cura ed assistenza a chi affronta la malattia oncologica. 

Ora però ogni Regione dovrà condividere ed approvare il Documento, realizzando l’ossatura di una rete oncologica nazionale capace di riunire le eccellenze scientifiche e cliniche in materia di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione oncologica il che, non è di certo roba da poco. A partire da qui le Associazioni dei malati potranno rivendicare l’applicazione di un’equità uniforme dei trattamenti in tutto il Paese, specie in previsione dell’attuazione del federalismo fiscale, e potranno monitorare i progressi realizzati e, eventualmente, denunciare le inerzie o le difficoltà che si presenteranno a livello locale. 
Quindi, non rimane che attendere gli sviluppi con la speranza che il tutto non rimanga soltanto nero su bianco ma si proceda celermente affinché il ‘documento’ divenga al più presto un qualcosa di concreto nell’interesse del malato ma, torneremo in argomento e magari più dettagliatamente al più presto mentre si terrà sotto osservazione i progredire dei lavori con l’augurio procedano il più celermente possibile. Un saluto. Luciano Cremascoli - 

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