“DECAMERON”
di Giovanni Boccaccio
Un gruppo di sette ragazze e tre ragazzi si rifugia in una gradevole campagna, lontano da Firenze dove infuria la peste (1348). Ognuno dei giovani narrerà, ogni giorno, una novella, così da raggiungere il numero di 100 in 10 giorni. Gli uccelli che cantano alle prime luci dell’alba, i piedi che sfiorano l’erba scintillante di rugiada sono l’abbozzo armonioso di un Eden alla Simone Martini (pittore e miniatore italiano – Siena, 1284 * Avignone, 1344), contrapposto al cupo sfondo dell’epidemia cittadina.
Così riassume il Decameron (dal Greco Antico, ‘dieci giorni’), raccolta di cento novelle di Giovanni Boccaccio (1313 – 1375) scritte (probabilmente – si dice) tra il 1349 ed il 1351 da cui è tratta appunto la Novella di cui sopra, Cesare Segre, Filologo (studioso delle parole), Semiologo (studioso dei segni) e critico d’arte nonché, attualmente, Professore Emerito all’Università di Pavia e Direttore del Centro Ricerche su Testi e Tradizioni Testuali dello IUSS (Istituto Universitario di Studi Superiori) di Pavia.
Cosa potrei aggiungere io, comune mortale (o lettore che dir si voglia) dopo la così sintetica ma completa e chiara esposizione d’una "penna" quale Cesare Segre ? Assolutamente nulla ! Un saluto. Luciano Cremascoli -
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